I fossili, resti o tracce riconoscibili di organismi un tempo viventi, rappresentano la collezione più ricca del museo.
Lo scavo e lo studio degli invertebrati fossili delle Grigne iniziò negli anni Cinquanta dell’800, a opera di Antonio Stoppani, l’Abate, naturalista poliedrico, esploratore, direttore museale, docente, scrittore, scienziato e divulgatore.
La maggior parte dei fossili esposti al Museo sono conchiglie di molluschi come i gasteropodi che si avvolgono a spirale sul loro asse verticale; i bivalvi con guscio costituito da due parti dette valve, solitamente simmetriche; i cefalopodi che si avvolgono a spirale logaritmica.
Si possono osservare in particolare:
- alcuni insiemi di numerosi organismi, sepolti probabilmente quando si erano trovati riuniti in una pozza d’acqua al riparo delle correnti;
- alcuni bei fossili recuperati con l’impronta lasciata dall’organismo nella roccia.
Il Museo illustra anche come si sono formati e come riconoscerli.
→ vedi la collezione paleontologica del Museo delle Grigne su Wikimedia Commons
Nella foto, un esemplare di Arpadites telleri (foto Stefano Rossignoli / Wikimedia Commons)