Nell’Archivio Pietro Pensa del Centro di documentazione e informazione dell’Ecomuseo delle Grigne è conservata l’unica parte superstite del documento del 19 marzo 1449 contenente i privilegi concessi dal doge Francesco Foscari alla Valsassina.
Si tratta di una copia del Seicento di cui restano solo due carte (la seconda è in bianco) con l’inizio del testo e la specifica (come riportato nell’immagine qui allegata) della fonte utilizzata, cioè il “libro delle Ducali B” nella cancelleria pretoria in Bergamo al foglio 47; da una breve ricerca tale registro di lettere del doge non risulta più esistere.
Apparentemente nell’Ottocento il documento era ancora completo, perché Giuseppe Arrigoni ne descrisse il contenuto.
Si riporta di seguito la parte superstite dal documento originale (mantenendo alcuni evidenti errori presenti nel testo) e la descrizione fattane dall’Arrigoni in Notizie storiche della Valsassina e delle terre limitrofe del 1840 (pp. 207-208).
Copia tratta dal Libro delle Ducali B. essistente nella Cancellaria Pretoria di Bergamo al f. 47, l’anno 1449 li 19 marzo.
Franciscus Foscari, Dei gratia dux Venetiarum etc. Universis et singulis nobilibus et sapientibus viris videlicet potestatibus, capitaneis, provisoribus ceterisque rectoribus, vicariis et officialibus nostris ubique constitutis, presens privilegium nostrum inspecturis, fidelibus dilectis salutem et dilectionis affectum. Singularis fidelitas et immensa devotio, quam dilecti nostri fideles et subditi, communia et homines Vallissaxine erga nos et statum nostrum multis modis demonsraverunt merito, nos inducunt ut eos in suis iustis et honestis suplicationibus exaudiamus; cum itaque partem eorundem nostrorum fidelium nobis exhibita fuerunt quedam capitulla, fecimus ad illa insiones _____ nostras sicut in fine cuiuslibet eorum videbitis annotatum. Et primo ad primum capitulum sit inquicus. Primo quo ad hoc ut dicti vestri fideles pro tot tantisque iactionibus, damnis et ruinis per eos suportatis aliquem subventionem sentiant, petunt quatenus serenissima dominatio vestra dignetur et velit ipsos suplicantes immunes et exemptos facere perpetuo ab omnibus oneribus, gravaminibus, impositionibus, taleis et angariis, tam realibus quam personalibus et mixtis, et quovis nomine censeantur. Responsio. Fiat per decem annos proximos ad libitum nostri dominii. Item quod nobiles de Catan[…]
La Valsassina però durava tuttavia nella soggezione della Repubblica Veneta, la quale per tenersela amica l’aveva insignita di molti privilegi, come da diploma del doge Foscari del giorno 19 marzo 1449. Con questo alla valle concedeva la esenzione per dieci anni dagli aggravj, dalle taglie e da ogni altro tributo; ai nobili Cattanei di Primaluna l’esenzione come sopra in perpetuo, ed il ripristino di tutte quelle franchigie e prerogative che per lo addietro godevano; al consiglio di poter eleggere il podestà, al quale fu data l’intiera e universale giurisdizione che avevano dapprima i podestà, massimamente ai tempi dell’arcivescovo Giovanni Visconti quando la valle era a lui suddita ed a quelli dell’antico duca di Milano Gio. Galeazzo ed anche del duca Filippo Maria. Fu decretato che le terre già soggette alla Valsassina vi ritornassero, e specialmente Mugiasca ed i monti di Varenna, di Esino, di Dervio ed anche Averara nel criminale, com’era solita, e ciò in quanto non fossero lesi i privilegi accordati a Ballabio ed Acquate, e con dichiarazione che le appellazioni dipendessero dal podestà di Bergamo. Fu accordato di poter condurre qualunque quantità di biade, vino e di altri generi da Lecco e dagli altri siti senza pagar dazio o gabella di qualunque sorta oltre il solito, e di poter trarre da Venezia qualunque cosa senza pagar dazio alcuno come si trasse sempre da Milano senza pagare; di poter gli uomini della Valsassina girar liberamente per tutto il dominio veneto senza pagar bollette, pedaggi di ponti nè per essi, nè pei cavalli. Alla terra di Primaluna fu concesso di aprir un mercato al giovedì di ogni settimana, con esenzione di dazio alle mercanzie che vi si conducevano. Altre infine prerogative e immunità ottenne la valle, le quali per brevità ommetto. Furon però banditi dalla valle tutti coloro che si eran mostrati nemici della repubblica dal 1427 in avanti ed esclusi i sospetti dal Consiglio.